II Sir 44,1; 47,2.8-11; Sal 17; Mc 4,10b.21-23
24/1 VEN - II DOPO L’EPIFANIA [II]
Gesù conosce l’uomo. È stato fatto da Lui. Quando Lui parla sa che, se l’uomo volesse, potrebbe comprendere. Ecco un vero trattato di sana antropologia contenuto nel Libro del Siracide: “Il Signore creò l’uomo dalla terra e ad essa di nuovo lo fece tornare. Egli assegnò loro giorni contati e un tempo definito, dando loro potere su quanto essa contiene. Li rivestì di una forza pari alla sua e a sua immagine li formò. In ogni vivente infuse il timore dell’uomo, perché dominasse sulle bestie e sugli uccelli. Ricevettero l’uso delle cinque opere del Signore, come sesta fu concessa loro in dono la ragione e come settima la parola, interprete delle sue opere. Discernimento, lingua, occhi, orecchi e cuore diede loro per pensare. Li riempì di scienza e d’intelligenza e mostrò loro sia il bene che il male. Pose il timore di sé nei loro cuori, per mostrare loro la grandezza delle sue opere, e permise loro di gloriarsi nei secoli delle sue meraviglie. Loderanno il suo santo nome per narrare la grandezza delle sue opere. Pose davanti a loro la scienza e diede loro in eredità la legge della vita, affinché riconoscessero che sono mortali coloro che ora esistono. Stabilì con loro un’alleanza eterna e fece loro conoscere i suoi decreti. I loro occhi videro la grandezza della sua gloria, i loro orecchi sentirono la sua voce maestosa. Disse loro: «Guardatevi da ogni ingiustizia!» e a ciascuno ordinò di prendersi cura del prossimo”. Se l’uomo non fosse in grado di comprendere, non sarebbe responsabile. Invece è responsabile sia della fede nella Parola ascoltata e sia della non fede. Per questo chi non crede è già condannato.
Quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Diceva loro: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Ma leggiamo ancora altre verità di questa sana antropologia: “Le loro vie sono sempre davanti a lui, non restano nascoste ai suoi occhi. Fin dalla giovinezza le loro vie vanno verso il male, e non sanno cambiare i loro cuori di pietra in cuori di carne. Tutte le loro opere sono davanti a lui come il sole, e i suoi occhi scrutano sempre la loro condotta. A lui non sono nascoste le loro ingiustizie, tutti i loro peccati sono davanti al Signore. Ma il Signore è buono e conosce le sue creature, non le distrugge né le abbandona, ma le risparmia. La beneficenza di un uomo è per lui come un sigillo e il bene fatto lo custodisce come la pupilla, concedendo conversione ai suoi figli e alle sue figlie. Alla fine si leverà e renderà loro la ricompensa, riverserà sul loro capo il contraccambio. Ma a chi si pente egli offre il ritorno, conforta quelli che hanno perduto la speranza. Ritorna al Signore e abbandona il peccato, prega davanti a lui e riduci gli ostacoli. Volgiti all’Altissimo e allontanati dall’ingiustizia; egli infatti ti condurrà dalle tenebre alla luce della salvezza. Devi odiare fortemente ciò che lui detesta. Quanto è grande la misericordia del Signore, il suo perdono per quanti si convertono a lui! Non vi può essere tutto negli uomini, poiché un figlio dell’uomo non è immortale. Che cosa c’è di più luminoso del sole? Anch’esso scompare. Così l’uomo, che è carne e sangue, volge la mente al male. Egli passa in rassegna l’esercito nel più alto dei cieli, ma gli uomini sono tutti terra e cenere (Sir 17,1-35). L’uomo può ascoltare. La sua natura è stata creata con questa possibilità. Se non ascolta è perché si è immerso nei peccati e il suo cuore è divenuto duro come pietra. Il non ascolto è sempre frutto della disobbedienza. Più si cresce nella disobbedienza ai Comandamenti, alla Parola, alla Legge del Signore, è più aumenta la nostra sordità spirituale, assieme alla cecità e al mutismo. Gesù narra le parabole, annunzia il suo Vangelo, ma noi siamo sordi, ciechi, muti. Non lo siamo per natura, ma per peccato. Togliamo il peccato e ritorneremo a vedere, sentire, parlare. È verità universale. Ogni uomo non solo è responsabile del peccato che commette, ma anche di tutti i frutti che esso produce nella storia. Per questo l’uomo è responsabile della sua cecità e sordità, perché frutto solo dei suoi peccati.
Madre di Dio, Angeli, Santi, liberateci da ogni peccato. Ascolteremo la Parola di Gesù.