Sarà chiamato Nazareno

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Mi 4,1-4; Sal 95; 1Cor 1,1-10; Mt 2,19-23

SABATO 29 DICEMBRE

Lo Spirito Santo ispira l’Evangelista Matteo a vedere nella decisione, suggerita a Giuseppe in sogno di lasciare la Giudea per andare ad abitare in Nazaret, il compimento delle antiche profezie sul Virgulto che spunta dalla radice di Iesse e che è il Messia di Dio. Ma ogni evento della vita di Gesù è realizzazione di una profezia.

Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra. Percuoterà il violento con la verga della sua bocca, con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio. La giustizia sarà fascia dei suoi lombi e la fedeltà cintura dei suoi fianchi. Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà. La mucca e l’orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la conoscenza del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare. In quel giorno avverrà che la radice di Iesse sarà un vessillo per i popoli. Le nazioni la cercheranno con ansia. La sua dimora sarà gloriosa (Is 11,1-10).

Sempre secondo Isaia, Gesù non è solo il Messia, è anche il suo Servo Sofferente, colui che compie l’espiazione vicaria dei peccati dell’umanità. In un sola parola è rivelato tutto il grande mistero di Cristo Signore. Lui è il Messia e il Servo Sofferente.

Ecco, il mio servo avrà successo, sarà onorato, esaltato e innalzato grandemente. Come molti si stupirono di lui – tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto e diversa la sua forma da quella dei figli dell’uomo –, così si meraviglieranno di lui molte nazioni; i re davanti a lui si chiuderanno la bocca, poiché vedranno un fatto mai a essi raccontato e comprenderanno ciò che mai avevano udito. Chi avrebbe creduto al nostro annuncio? A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore? È cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui (Cfr. Is. 52,13-53,12).

Quando noi diciamo: Gesù Nazareno o Gesù il Nazareno, Gesù il Virgulto, confessiamo tutta la nostra fede in Gesù, Cristo di Dio e Servo Sofferente, in Gesù Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Gesù Nazareno è il Crocifisso già nel nome che porta. Il Virgulto è il Sofferente al posto nostro. È l’Innalzato in vece nostra. Così grande è il suo amore per noi. Prende su di sé il peccato del mondo e lo espia.

Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno» (Mc 2,19-23).

Oggi questa fede in Cristo è gravemente ammalata. Come Giàiro dobbiamo chiedere a Gesù che venga e la guarisca, la risani nel cuore dei suoi discepoli. Se questa fede muore, non c’è salvezza per il mondo, perché solo Lui è il Nazareno, Nessun altro è nostro Nazareno. Dio non ha stabilito altro nome sotto il cielo nel quale è stabilito che siamo salvati. Il Salvatore è Gesù il Nazareno e solo Lui. Nessun altro lo è.

Madre di Dio, Angeli, Santi, chiedete al nostro Nazareno che risusciti la nostra fede.

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