Gen 16,1-15; Sal 118,49-56; Pr 6,20-29; Mt 6,1-6
12/3 GIO - II DI QUARESIMA [II]
È principio di giustizia che l’operaio riceva il suo salario dalla persona per la quale lavora. Se si lavora per uno, non si può pretendere che un altro saldi il debito contratto. Se io lavoro per me stesso, è giusto che sia io ha pagarmi. Se invece lavoro per un altro, è giusto che sia l’altro a pagarmi. Questo principio di giustizia è sottoscritto dal Signore nostro Dio. Se noi lavoriamo per Lui, sarà Lui ha pagarci con la sua ricompensa eterna. Se invece lavoriamo per noi, saremo noi a pagarci. Ma la nostra paga è ben misera e dura un instante, la paga di Dio dura nel tempo, oggi, e domani, nell’eternità. Leggiamo nel discorso missionario: “Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento” (Mt 10,5-10). Di chi si preoccuperà il Padre celeste? Degli operai di Gesù che lavorano per il suo regno. Se il lavoratore finge di lavorare, il Padre celeste non potrà elargire il suo salario. Non si lavora per Lui. Sarebbe ingiusto se provvedesse al sostentamento.
Scribi e farisei vivono per ingrandire la loro gloria dinanzi agli uomini. Hanno sacrificato La legge, la rivelazione, il ministero, il culto, le opere di misericordia facendone uno strumento per accrescere in stima, onore, lode presso la gente. Non lavorano per la gloria del Signore. L’elemosina non è fatta a Lui, che vede nel segreto. Mai il Signore li potrà ricompensare con il suo salario eterno. Gesù invece ha offerto al Padre il suo corpo nella più grande ignominia, perdendo ogni gloria umana, e il Padre lo ha esaltato grandemente: “Egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre” (Fil 2,6-11). La paga eterna è altissima.
State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Cristo Gesù si è identificato con l’assetato, l’affamato, l’ignudo, il forestiero, l’ammalato, il carcerato. Se noi diamo il conforto della nostra elemosina o della nostra presenza a Gesù povero e umile, Lui ci darà una ricompensa sulla terra e nei cieli. Nessuno dovrà conoscere quanto noi facciamo per Lui. Tutto va fatto nel nascondimento e nel segreto. La carità mai deve mancare di rispetto e mai umiliare la persona che la riceve. Per questo è necessario che rimanga segreta. Neanche chi la fa si deve ricordare di averla fatta. Questo significa che se una persona bussa settanta volte sette, per settanta volte sette si devono aprire la mani, sempre che questo sia in nostro potere. Non solo la mano sinistra non deve sapere ciò che fa la mano destra, ma neanche la mente lo deve sapere. L’elemosina va fatta e subito cancellata dal cuore e dalla mente. Regola divina che, se rispettata, ci procura una quantità smisurata di gloria eterna.
Madre di Dio, Angeli, Santi, insegnateci la virtù del rispetto e del silenzio.