È vicino a voi il regno di Dio. San marco Evangelista

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1Pt 5,5b-14; Sal 88; 2Tm 4,9-18; Lc 10,1-9

25/4 SAB - S. MARCO EVANGELISTA

Vi è differenza tra la prima missione data da Gesù ai suoi Apostoli e la seconda. Nella prima missione si doveva invitare alla conversione perché il regno di Dio “è vicino”. Nella seconda missione, gli Apostoli il regno di Dio lo devono edificare in ogni cuore. Il regno si edifica consacrando ad esso tutta la vita, sottoponendosi ad ogni umiliazione, sofferenza, martirio. Ecco come Paolo edifica il regno di Dio: “Tuttavia, in quello in cui qualcuno osa vantarsi – lo dico da stolto – oso vantarmi anch’io. Sono Ebrei? Anch’io! Sono Israeliti? Anch’io! Sono stirpe di Abramo? Anch’io! Sono ministri di Cristo? Sto per dire una pazzia, io lo sono più di loro: molto di più nelle fatiche, molto di più nelle prigionie, infinitamente di più nelle percosse, spesso in pericolo di morte. Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i quaranta colpi meno uno; tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; disagi e fatiche, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità. Oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese. Chi è debole, che anch’io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema? Se è necessario vantarsi, mi vanterò della mia debolezza. Dio e Padre del Signore Gesù, lui che è benedetto nei secoli, sa che non mentisco. A Damasco, il governatore del re Areta aveva posto delle guardie nella città dei Damasceni per catturarmi, ma da una finestra fui calato giù in una cesta, lungo il muro, e sfuggii dalle sue mani” (2Cor 11,21-33). Non c’è sofferenza alla quale Paolo non sia stato sottoposto. Ma lui tutto ha offerto per l’edificazione del regno. In nulla si è risparmiato. Non si mai sottratto a nessuna fatica.

Ma bastano le sofferenze subite ed offerte per edificare il regno di Dio? Le sofferenze sono come il concime del regno. Il regno si edifica mediante l’annunzio della Parola con ogni fermezza nello Spirito Santo: “Se soltanto poteste sopportare un po’ di follia da parte mia! Ma, certo, voi mi sopportate. Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina: vi ho promessi infatti a un unico sposo, per presentarvi a Cristo come vergine casta. Temo però che, come il serpente con la sua malizia sedusse Eva, così i vostri pensieri vengano in qualche modo traviati dalla loro semplicità e purezza nei riguardi di Cristo. Infatti, se il primo venuto vi predica un Gesù diverso da quello che vi abbiamo predicato noi, o se ricevete uno spirito diverso da quello che avete ricevuto, o un altro vangelo che non avete ancora sentito, voi siete ben disposti ad accettarlo. Ora, io ritengo di non essere in nulla inferiore a questi superapostoli! E se anche sono un profano nell’arte del parlare, non lo sono però nella dottrina, come abbiamo dimostrato in tutto e per tutto davanti a voi” (2Cor 11,1-6). La Parola non solo va annunziata, va anche difesa perché si conservi in tutta la sua verità e purezza di luce e di dottrina.

Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”.

Oggi il regno non si edifica più a motivo della non più difesa della verità di Cristo Gesù, dello Spirito Santo, della Chiesa, del Vangelo, della Rivelazione, della Missione. Avendo noi, discepoli di Gesù, lasciato che la falsità occupasse cuori e menti di tutti, abbiamo decretato la morte del regno di Dio già esistente e la non edificazione di esso.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che il cristiano viva la sua missione con verità piena.

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