Quei tre … preghiera, elemosina e digiuno!
Gesù Maestro nel suo insegnamento riprende le tre azioni che il credente ebreo sceglieva di offrire a Dio nel suo cammino di fede. E noi nuovi discepoli mettiamo in pratica le indicazioni di Gesù per piacere, come Lui, al Padre celeste. È dunque questo il tempo di agire, ma (questo ce lo ricorda il messaggio di papa Francesco) “in Quaresima agire è anche fermarsi. Fermarsi in preghiera, per accogliere la Parola di Dio, e fermarsi come il Samaritano, in presenza del fratello ferito. L’amore di Dio e del prossimo è un unico amore. Non avere altri dèi è fermarsi alla presenza di Dio, presso la carne del prossimo. Per questo preghiera, elemosina e digiuno non sono tre esercizi indipendenti, ma un unico movimento di apertura, di svuotamento: fuori gli idoli che ci appesantiscono, via gli attaccamenti che ci imprigionano. Allora il cuore atrofizzato e isolato si risveglierà. Rallentare e sostare, dunque. La dimensione contemplativa della vita, che la Quaresima ci fa così ritrovare, mobiliterà nuove energie. Alla presenza di Dio diventiamo sorelle e fratelli, sentiamo gli altri con intensità nuova: invece di minacce e di nemici troviamo compagne e compagni di viaggio. È questo il sogno di Dio, la terra promessa verso cui tendiamo, quando usciamo dalla schiavitù”. E’ un cammino di liberazione quello che in Quaresima, con la Grazia di Dio, stiamo e vogliamo ancora di più vivere.