L'EDITORIALE della nostra Comunità Pastorale

Vieni Divino Spirito e scendi su di noi!



Il fine della nostra esistenza è la piena comunione d’Amore con Dio Trinità che gratuitamente ci avvolgerà nel Regno dei Cieli. Mentre camminiamo sulla faccia del terra Gesù è nostro Maestro e Compagno e lo Spirito Santo è la nostra Guida interiore per vivere da figli del Padre in e come Gesù Cristo. In questi giorni di Novena che ci separano della solennità di Pentecoste (domenica 19) Lo invochiamo affinché scenda in noi e ci trasformi nella nostra quotidianità per fare della nostra vita una “cosa gradita” a Dio Padre.  Usiamo le parole scritte dalla fede amorosa di santa Elisabetta della Trinità:

O Spirito d’amore, scendi sopra di me: rendi la mia anima una immagine vivente di Gesù, perché Egli possa rinnovarvi tutto il suo mistero. E Tu, o Padre, chinati su questa tua piccola creatura, coprila con l’ombra del Tuo Spirito e guarda in lei unicamente il Figlio Tuo prediletto, nel quale hai riposto tutte le Tue compiacenze. O mio Dio Trinità, mio tutto, mia beatitudine, immensità in cui mi perdo, mi consegno a Voi come una preda. ImmergeteVi in me perché io mi immerga in Voi, in attesa di venire a contemplare, nella Vostra luce, l’abisso delle Vostre grandezze. Amen.

San Pietro: Martire per Gesù Cristo

Dice la biografia: “Per la sua straordinaria capacità di predicazione, il frate domenicano Pietro, originario di Verona ma attivo a Milano, mise talmente in difficoltà gli eretici lombardi che questi decisero di farlo tacere per sempre. Così, il 6 aprile 1252, mentre Pietro si stava recando da Como a Milano, nei pressi di un bosco a Seveso venne assalito da un sicario (Carino da Balsamo) il quale lo colpì violentemente alla testa con un falcastro ferendolo mortalmente.” Così commenta e spiega lo studioso prof. Merlo: “L’aspetto singolare di questa vicenda è che Pietro salì agli onori degli altari in tempi rapidissimi, a meno di un anno dalla morte, e per questo dobbiamo chiederci quali motivazioni storiche siano all’origine della sua canonizzazione. Una risposta si trova nella stessa lettera di canonizzazione di papa Innocenzo IV. Non è stato santificato l’inquisitore, ma il martire per Gesù Cristo, e soprattutto per il fatto che la sua morte aveva provocato un numero notevole di conversioni, molti infatti furono gli eretici che tornarono nell’alveo della Chiesa romana, tra cui il suo assassino. Ecco una prima spiegazione della canonizzazione: l’inquisitore che reprime con la Parola, diventa l’agnello sacrificale e il modello di redenzione da seguire. Molti eretici, soprattutto catari, si convertirono e entrarono a far parte degli ordini religiosi. Un secondo aspetto riguarda la nascita dell’Inquisizione all’interno degli scontri di potere tra papato e impero. Dobbiamo lasciarci alle spalle la letteratura neogotica sugli inquisitori che li trasforma in una sorta di leggendari detective ed è un errore pensare che l’Inquisizione sia stata istituita dalla Chiesa romana perché spaventata dagli eretici; dobbiamo invece inquadrarla all’interno di un preciso progetto politico, secondo il quale il papato doveva essere riconosciuto come unico vero potere all’interno della cristianità.” Lasciamoci nuovamente attirare dalla testimonianza di san Pietro ricca d’amore per il bene della Chiesa e per Gesù, l’Agnello di Dio.

Gli siamo costati!

Forse è un termine un po’ forte, ma lo scrive ed utilizza san Paolo: “Siamo stati comprati a caro prezzo, il sangue del Signore Gesù”. Il Signore Risorto non cancella le sue Piaghe. Le conserva, ce Le mostra, Le rende eterne perché non vuole che dimentichiamo l’Amore grande, infinito è meglio dire, che ci ha voluto, ci vuole e ci vorrà nell’obbedienza al disegno di salvezza di Dio Padre per tutti noi uomini. Il tempo passa veloce, le varie vicende si intersecano nella nostra vita, la quotidianità ci rende abitudinali, ma rimane l’invito di Gesù: Fate questo in memoria di Me!

E’ l’Eucarestia domenicale che non ci fa dimenticare. E’ l’Eucarestia che ripresenta realmente e ci ridona l’Amore del Crocifisso Risorto. E’ l’Eucarestia in cui il Sangue del Signore nuovamente ci purifica e ci rinnova. Veramente non possiamo vivere senza l’Eucarestia, nel giorno del Signore.

Il dono pasquale

Ma non è l’uovo di cioccolato, né la colomba farcita, né l’agnello arrosto, né la vacanza; infatti tutto questo è già passato … e allora cos’è? E’ Gesù, vivo nell’Eucarestia. E’ la persona di Gesù il dono pasquale! Ed il dono della Pasqua è continuo, quotidiano, giornaliero perché il Risorto si dona sempre nella celebrazione della Messa. Oggi viviamo con gioia due Sante Celebrazioni di Prima Comunione. Al mattino, ore 10.00 nella parrocchia di san Carlo e nel pomeriggio, alle 17.00 nella parrocchia di san Pietro. Mentre accompagniamo con la preghiera questi nostri bambini e bambine riscegliamo la nostra fede ed il nostro amore verso Gesù Eucarestia.

Nella gioia… perché Gesù è Risorto

Siamo avvolti nella gioia perché Gesù è risorto ed è qui, sempre, con noi. E’ questa l’esperienza spirituale che segna la nostra quotidianità in questo tempo di pasquale. La vera gioia è sempre frutto di un incontro, di una presenza, di una sorpresa nella nostra vita. E cosa c’è di più bello (perché la gioia ha in sé sempre una bellezza) della persona di Gesù, il Crocifisso ora risorto?    

Il Suo Essere presente nella nostra esistenza umana perché è vivo per sempre, è la fonte inesauribile della gioia. Il cristiano è gioioso perché il Risorto è con lui in ogni situazione di vita. Non stanchiamoci di ripetercelo e di viverlo. La gioia di Gesù Risorto trabocca dal cuore e disseta la nostra quotidianità di vita. Gioiamo, rallegriamoci ed esultiamo in Gesù il Vivente!.   

 

Il Signore è risorto!

Questo è l’annuncio ed ora diciamo la risposta: Veramente è risorto! Con questo dialogo in tante Chiese del mondo i cristiani si scambiano l’augurio della Pasqua di Gesù Signore. Si mette al centro la realtà che ha cambiato e cambia il cammino dell’umanità intera. La morte è vinta oramai; è vinta da Gesù, il Crocifisso ora Risorto. In questa domenica la nostra Madre Chiesa ci fa cogliere il “fondamento” della vittoria di Gesù Signore. La radice sta nell’Amore misericordioso di Dio Trinità. Il cuore di Dio è Amore ed in Esso abita la tenerezza, il perdono, la misericordia per noi uomini, miseri peccatori. Anche in questo tempo attuale stiamo dimostrando la nostra povertà umana; i mass-media sono inondati dalle nostre “cattive e crudeli notizie”. Ma Dio non si stanca di noi. Gesù dalla croce, dal suo Cuore trafitto fa’ sgorgare fiumi di Misericordia. E’ il dono della sua Pasqua. Nessuna situazione umana è persa, è disperata, è senza sbocco finchè Gesù ci dona la Misericordia di Dio. La nostra preghiera di credenti si fa perciò intercessione per la miseria di tutta l’umanità e noi per primi, miseri peccatori, ne abbiamo bisogno. La supplica che nasce sulle labbra è: Gesù confido in Te! Effondi il Tuo Spirito di Misericordia.   

 

Tutta l’umanità è redenta! Alleluia!

Il nostro Dio è “un pazzo”. Non si è mai limitato verso noi uomini, ma si è sempre  giocato tutto con noi e per noi. Non Gli bastava averci creato. Si è fatto uomo, uno come noi, uno tra noi per esserci vicino. Il nostro peccato aveva abbruttito la nostra bella umanità. Il dolore, la cattiveria, la morte ci perseguitavano. Ma Lui si è impietosito ed è venuto per essere il “Dio con noi”. Si è fatto un Dio combattente ed ha scelto di sfidare il male, il peccato e la morte. Ed ha vinto! Nel duello sulla Croce ne è uscito Vincitore. E ci ha trascinato con Sé. La Sua Vittoria è anche la nostra, la Sua Risurrezione è la nostra, la Sua Vita eterna è la nostra. Lo possiamo chiamare il Dio Redentore, Salvatore, Liberatore, Vincitore. Ma il nome più bello e vero è: Padre. E’ Padre buono, gentile, pietoso, innamorato, giusto, solidale, premuroso, geloso, magnanimo, provvidente, misericordioso, affascinante, bello, delicato… è Padre Nostro. Il Signore Gesù ce l’ha donato o meglio ci ha donato a Lui liberandoci da tutto il male con la sua Pasqua di Risurrezione. Siamo figli nel figlio Gesù ed é questo il vero dono della Pasqua di Gesù ed è un dono per tutta quanta l’umanità, nessun uomo o donna è escluso. Noi cristiani lo sappiamo e lo vogliamo vivere ogni giorno di nostra vita: figli e figlie, fratelli e sorelle.

E’ questo l’augurio della Pasqua 2024. Alleluia! Alleluia! Alleluia!

Nella Sua… e nostra Settimana

Nella Sua… e nostra Settimana

E’ arrivata la Settimana Santa che la nostra liturgia ambrosiana chiama Autentica.  Perché questo aggettivo? Così ci spiega il cardinal Scola:
“Con l’aggettivo “autentico” si identifica la piena verità di una cosa. Infatti in questa che è la settimana per eccellenza, la Chiesa ci fa celebrare Gesù Cristo passo, morto e risorto come la verità della nostra esistenza. Una verità tanto sconvolgente quanto liberante: il prezzo della salvezza di ciascuno di noi è il sangue del Figlio di Dio così che ogni vita trova il suo valore nel Figlio di Dio incarnato. La verità della vita umana perciò non è un’idea o un insieme di dottrine né di precetti; non un sentimento, né un insieme di emozioni o sensazioni; non è un sistema di pensiero.
La verità dell’esistenza – della tua e della mia, come quella di tutti gli uomini – è quest’Uomo, il Figlio di Dio, che si lascia inchiodare per amore sulla Croce e risorge vittorioso per donarci una vita nuova e per sempre. Perché allora non dire “Settimana Vera”, ma si usa l’aggettivo “Autentica”? L’etimologia di questa parola ci offre la chiave per trovare una risposta. Essa deriva dal verbo greco authentèo, che esprime l’idea di “avere” autorità. Introduce perciò una sfumatura in più. “Autentico” dice la verità di una cosa in quanto diventa “criterio” del nostro guardare e trattare la realtà. Così celebrare i giorni della passione, morte e risurrezione di Gesù significa riconoscere che “il criterio” della nostra vita è quest’Uomo, il Crocifisso Risorto, che ci viene quotidianamente incontro.
La liturgia ambrosiana ci farà in questa settimana accompagnare Gesù in tutti i passaggi della sua Pasqua seguendone con precisione la scansione cronologica: dall’ingresso glorioso in Gerusalemme fino ad arrivare alla gloria della Risurrezione. Gesù Crocifisso e Risorto, infatti, non può diventare criterio della nostra vita se non attraverso la comunione con Lui. Occorre seguirlo, sostare insieme a Lui, accompagnarlo, condividere la sua pasqua.  Esperienza che, vissuta nella comunità cristiana, la liturgia rende concretamente possibile”.
Ecco perché è anche la nostra settimana autentica nella Fede.

Passione e bellezza per il Vangelo

Mons. Marino Mosconi che è il cancelliere della nostra diocesi, alla domanda perché un parrocchiano dovrebbe candidarsi al nuovo Consiglio Pastorale, dà questa risposta:
“L’elemento sorgivo di ogni scelta di questo tipo, sulla base della condivisione dei valori e dei principi cristiani, è costituito dalla passione per la Chiesa e per la bellezza dell’annuncio cristiano. Non dimentichiamo che tanti cristiani delle nostre comunità, coloro che sono impegnati in qualche forma di ministero (catechisti, lettori, Caritas, Pastorale giovanile ed altri), ma anche quanti non hanno la possibilità di vivere queste esperienze, hanno amore e passione per la Chiesa e sono proprio loro, ora, i primi chiamati a partecipare, magari vincendo qualche comprensibile esitazione”.  Avanti dunque con coraggio e nella forza dello Spirito Santo.

Quei tre … preghiera, elemosina e digiuno!

Gesù Maestro nel suo insegnamento riprende le tre azioni che il credente ebreo sceglieva di offrire a Dio nel suo cammino di fede. E noi nuovi discepoli mettiamo in pratica le indicazioni di Gesù per piacere, come Lui, al Padre celeste. È dunque questo il tempo di agire, ma (questo ce lo ricorda il messaggio di papa Francesco) “in Quaresima agire è anche fermarsi. Fermarsi in preghiera, per accogliere la Parola di Dio, e fermarsi come il Samaritano, in presenza del fratello ferito. L’amore di Dio e del prossimo è un unico amore. Non avere altri dèi è fermarsi alla presenza di Dio, presso la carne del prossimo. Per questo preghiera, elemosina e digiuno non sono tre esercizi indipendenti, ma un unico movimento di apertura, di svuotamento: fuori gli idoli che ci appesantiscono, via gli attaccamenti che ci imprigionano. Allora il cuore atrofizzato e isolato si risveglierà. Rallentare e sostare, dunque. La dimensione contemplativa della vita, che la Quaresima ci fa così ritrovare, mobiliterà nuove energie. Alla presenza di Dio diventiamo sorelle e fratelli, sentiamo gli altri con intensità nuova: invece di minacce e di nemici troviamo compagne e compagni di viaggio. È questo il sogno di Dio, la terra promessa verso cui tendiamo, quando usciamo dalla schiavitù”. E’ un cammino di liberazione quello che in Quaresima, con la Grazia di Dio, stiamo e vogliamo ancora di più vivere.

- SEVESO -

Parrocchia SS. GERVASO E PROTASO
Via Cavour, 2 / Via Cardinal Ferrari
+39 0362 501623
ssgervasoeprotaso@parrocchieseveso.it


Oratorio S. PAOLO VI
Viale Vittorio Veneto, 21
+39 0362 552248
oratoriosanpaolosesto@gmail.com

- ALTOPIANO -

Parrocchia SAN CARLO
Piazza S. Ambrogio, 2
+39 0362 553522
scarlo@parrocchieseveso.it


Oratorio SAN CARLO
Piazza S. Ambrogio, 2
+39 0362 553522
scarlo@parrocchieseveso.it

- BARUCCANA -

Parrocchia B. VERGINE IMMACOLATA
Via Colleoni, 4
+39 0362 574486
bvimmacolata@parrocchieseveso.it


Oratorio S. CLEMENTE
Via Colleoni, 4
+39 0362 503483
oratoriobvibaruccana@gmail.com

- S. PIETRO MARTIRE -

Parrocchia SAN PIETRO MARTIRE
Via Milano, 121 20821 Meda (MB)
+39 0362 70978
spietromartire@parrocchieseveso.it


Oratorio S. GIOVANNI BOSCO
Via S. Francesco d'Assisi, 15 Seveso (MB)
+39 0362 70978
spietromartire@parrocchieseveso.it

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